fratelli indagati da anni ma mai arrestati

Combattimenti, percosse, armi e, soprattutto, droga. L’arresto per il Fratelli Bianchi è stato “nella botte” per un po ‘ma non è mai decollato, rinviato per ulteriori indagini, rinviato a data successiva. Se è vero che molti non hanno denunciato, per paura, le percosse e gli abusi subiti dal cosiddetto “gruppo Artena”, si tratta della banda costituita. Gabriele e Marco bianchi, ora in prigione per l’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, nel caso di chi ha avuto il coraggio di farlo o per gli episodi sanguinosi per i quali è stata sporta d’ufficio la denuncia, le richieste di assicurarli in carcere non hanno avuto successo. Bloccato dalle richieste di ulteriori indagini che finirono per estendersi oltre la morte di Willy.

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IL BRANCO

Insomma, la “mandria” avrebbe potuto essere fermata prima che si lanciasse a calci e pugni contro il giovane cuoco di origine capoverdiana, indifeso, al punto da ucciderlo. Anche perché altri giovani, picchiati a morte, avevano rischiato la stessa fine con feriti gravi. Uno scenario tragico che si era ripetuto almeno tre o quattro volte davanti ad altri locali notturni e bar dei Castelli Romani. In un caso, il pestaggio di un 25enne di Lanuvio, colpito anche lui con un tirapugni, finito in ospedale con prognosi di un mese, è già stato chiamato a rispondere in un’aula di tribunale, ma l’udienza è stata rinviata per Covid. Il loro pericolo e la loro violenza erano ben noti. Invece, è solo ora che Willy non c’è più, quegli stessi casi ancora alla procura di Velletri potrebbero ricevere un’improvvisa accelerazione ed esporre incursioni e accuse di commercio illecito da parte di bianchi il cui scopo azione, tra il 2018 e l’anno 2019 si è concentrata principalmente tra Lariano e Velletri.

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CASI CRIMINALI

Una causa penale che avrebbe motivato l’elevato tenore di vita mostrato dai bianchi nonostante le difficoltà di sussistenza dichiarate dal loro capofamiglia, Ruggero, il padre, che aveva chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza. Un vantaggio percepito “indebitamente” secondo la Guardia di Finanza de Colleferro che, a seguito di accertamenti, ha inviato all’INPS denuncia di licenziamento e denuncia per reati tributari. Sia le famiglie Bianchi che quelle di Pincarelli e Belleggia, che ne beneficiano, hanno “omesso di indicare i dati richiesti nelle autocertificazioni compilate, creando così le condizioni per l’accesso al servizio”. In totale dovranno rimborsare i circa 30mila euro (28.747) finora incassati. Gli occhi degli investigatori sono sui bianchi da almeno due anni. Perché sin da piccoli i fratelli, insieme o separatamente, si erano distinti come delinquenti, protagonisti di scontri più simili a spedizioni punitive che a risse. Ci sono episodi che si distinguono dagli altri, come quello accaduto un’estate nel cuore di Velletri. È sempre buio, come nel caso di Willy, ei bianchi sono sempre vicini a uno dei club più frequentati per la vita notturna.

STILE CASAMONICA

Una parola di troppo, non sappiamo cosa accende la miccia, ma in pochi minuti un giovane rumeno viene picchiato a morte, trascinato in un vicolo tra piazza Garibaldi e Corso della Repubblica e abbandonato. Ha una mandibola in frantumi, un trauma cranico, più contusioni da colpi ben mirati che solo gli esperti di boxe e arti marziali sanno dare, la sua prognosi è gravissima, circa sessanta giorni, due mesi. Potrebbe morire anche lui. Non solo i Bianchi, esperti di MMA, arti marziali miste, si identificano tra i partecipanti a un combattimento tra italiani e popoli d’Oriente, rumeni e albanesi, davanti a una discoteca sull’Appia meridionale, sempre a Velletri. Dapprima fuggono, poi vengono ritrovati. La lista delle percosse è lunga, a maggio 2018 Marco include anche una denuncia per droga. Si sospetta che anche loro abbiano trovato un ruolo nel traffico di droga che arriva da Roma, diviso tra spacciatori locali e bande albanesi. Negli ultimi due anni i Bianchi hanno dominato e guadagnato potere e “rispetto” in vero stile Casamonica: mesi fa si sono rivolti a un meccanico, gli hanno chiesto di apportare modifiche al loro SUV, per renderlo più potente. Lui fa il lavoro, loro pagano ma poi, dopo pochi giorni, tornano: “Non siamo soddisfatti” e l’artigiano è obbligato a rimborsare la somma. Nel frattempo, la famiglia sta aprendo locali e negozi, allestendo una villa hollywoodiana con telecamere, palme e statue di leoni, e raccogliendo anche i proventi della cittadinanza. Ma la prigione non arriva, nessun giudice istruttore firmato prima della morte di Willy. Ultimo aggiornamento: 18 settembre, 12:09


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